Era il 1º novembre del 1981, quando un giovane (allora) 28enne di Ginosa (TA) indovinò tutte le partite della schedina del Totocalcio, realizzando un bel “tredici” da sogno con una vincita di oltre 1 miliardo di lire.
Sono passati quasi 33 anni e Martino Scialpi, suo malgrado protagonista di questa storia, ancora non ha visto una lira di quella vincita perché la sua vicenda ancora è nelle aule di giustizia: il Coni (Comitato Olimpico Internazionale) quella vincita non l’ha mai riconosciuta.
La storia viene riferita dal Corriere della Sera.
La vincita al Totocalcio di Gionosa (TA) ancora non pagata
La vicenda della vincita al Totocalcio realizzata a Ginosa (TA) nel 1981 e ancora non pagata dallo Stato, inizia quando Martino Scialpi smarrisce il tagliando vincente: in effetti la matrice della schedina non è mai arrivato presso la sede del Totocalcio di Bari. Ma la vicenda è molto più complicata…
Si scopre che la ricevitoria in cui è stata effettuata la vincita non è riconosciuta dal Coni, per cui la vincita non potrebbe essere pagata in ogni caso. Il signor Scialpi coinvolge allora i vertici del Coni, i quali durante il dibattimento esibiscono i documenti che provano la loro tesi difensiva: vi fu una cessione dell’attività da un proprietario all’altro e anche la concessione fu temporaneamente revocata alla ricevitoria in cui fu effettuata il “tredici“.
Scialpi, nel corso degli anni, viene anche accusato di falso e truffa, ma il tribunale di Taranto riconosce l’autenticità della schedina in suo possesso e gliela restituisce, assolvendolo dall’accusa con formula piena nel 1987. Ma da allora per Scialpi è stato ancora un continuo via vai nelle alule dei tribunali di mezza Italia, per reclamare quella vincita ancora non riscossa.
Nel 1985 la corte d’appello-sezione civile di Roma aveva dato ragione al Coni, la quale sosteneva che la concessione era stata sospesa alla ricevitoria il 5 agosto 1981. Ma nel 2008 i legali di Scialpi hanno chiesto l’annullamento della sentenza, esibendo anche i risultati di una perizia effettuata nel 2004 che dimostrava, a parere dei suoi legali, come la documentazione esibita dal Coni fosse stata manipolata e redatta addirittura nel 1991.
La vicenda sembra arrivare a conclusione nel 2012, quando il tribunale Civile di Roma intima, con ordinanza, al Coni di riconoscere all’uomo 2 milioni e 340 mila euro. Ma ad oggi ancora non si è visto un euro, perché bisogna aspettare il 19 settembre 2014, data in cui è fissata l’udienza sul procedimento di pignoramento nel frattempo avviato dai legali di Scialpi ai danni del Coni.
Il signor Scialpi non vede l’ora che la sua vicenda giudiziaria arrivi a conclusione e che possa mettere mano alla vincita che, giustamente, gli spetta. Ma il Coni non vuole sentire ragioni, “Non esiste alcuna sentenza del Tribunale di Taranto, della Cassazione o di qualsiasi altro giudice che abbia accertato il preteso diritto del signor Scialpi al pagamento di una vincita al Totocalcio“.
Nel frattempo, ad oggi, dagli atti emerge che risultano indagate 3 persone, con l’accusa di aver prodotto documentazione falsa: sono due avvocati, di cui uno legale del Coni, e l’ex responsabile Coni per la zona di Bari. Il PM ha chiesto l’archiviazione sul procedimneto, ma Scialpi si è opposto.
Per cui il 4 novembre 2014 è previsto l’ennesimo incontro tra le parti.
Chissà se l’uomo avesse incassato i soldi subito dopo la vincita avrebbe fatto la fine di quel signore che aveva vinto 6 miliardi al Totogol ma ora è povero!
(Fonti e Approfondimenti: Fanpage)