Dal 1° agosto 2014 entra in vigore la Win Tax, la cosiddetta “tassa sulla fortuna“.
Saranno interessate dal provvedimento tutte le vincite superiori a 500€, a cui verrà applicata una trattenuta del 6% sulla somma eccedente la soglia dei 500€. La trattenuta del 6% riguarda però solo i cosiddetti giochi live, per esempio Gratta e Vinci, SuperEnalotto, VideoLotteries (Vlt), e altri giochi numerici. Non vengono tassate invece le vincite provenienti da scommesse, poker e casinò.
I concessionari di gioco avranno poco tempo per adeguarsi alla Win Tax. I giocatori a cui spetterà una vincita riceveranno il corrispettivo decurtato della somma prevista.
L’erario riceverà con cadenza mensile gli introiti provenienti dalla Win Tax. I concessionari sono tenuti a presentare anche dei rapporti in cui vengono annotate le vincite totali lorde.
La “Win Tax” prevista dal governo nel 2011
La Win Tax era stata prevista già nel 2011, nella manovra finanziaria estiva. Se fosse entrata in vigore avrebbe assicurato alle casse dello stato entrate erariali per circa 450 milioni di euro in tre anni.
Tuttavia la misura non entrò mai in vigore per l’opposizione dei principali gestori di giochi e soprattutto per una sentenza del Tar del Lazio.
La palla passò così alla Corte Costituzionale, che in data 9 luglio 2014 ha emesso una sentenza definitiva.
Secondo la Corte Costituzionale “la questione di legittimità costituzionale dell’art. 10, comma 9, del decreto-legge 2 marzo 2012, n. 16 (Disposizioni urgenti in materia di semplificazioni tributarie, di efficientamento e potenziamento delle procedure di accertamento), convertito, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della legge 26 aprile 2012, n. 44, sollevata, in riferimento agli artt. 3 e 97 della Costituzione, dal Tribunale amministrativo regionale del Lazio, con l’ordinanza indicata in epigrafe“.
(Fonti e Approfondimenti: Italia Poker Club)